Prato nel mondo

Guilliccioni Filippo

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Prato,18 maggio 1529 + Prato,1601. Monaco Olivetano.Abate.

FILIPPO GUILLICCIONI

Nato a Prato il 18 maggio 1529 ricevette l’investitura indossando l’abito religioso il 3 aprile 1544 nel monastero de Le Sacca. Appena quarantottenne fu chiamato dal Granduca di Toscana, Francesco I de’ Medici, ad amministrare l’Arcispedale di Santa Maria Nuova a Firenze. Scomparve nel 1601 nella sua città natale.

Amico e confessore di Bianca Cappello, l’amante di Francesco I divenuta poi Granduchessa di Firenze e figlia prediletta di Venezia, subì uno spietato processo voluto dal Papa Sisto V e dal Granduca Ferdinando, succeduto al fratello Francesco, per vendetta e malanimo vista la sincera amicizia che legava il frate a Francesco I.

Successivamente riabilitato si ritirò alle Sacca.

Dedicare una strada a questo lontano figlio di Prato sembra doveroso in quanto con la sua influenza nella corte medicea riuscì a mitigare i disastrosi effetti del protezionismo granducale, messo in atto da Cosimo I contro i prodotti tessili pratesi con l’intento di risuscitare l’arte laniera fiorentina.

Il Cinquecento fu per Prato uno dei secoli peggiori dove la gente viveva in uno stato di vera indigenza provocato prima dai tragici danneggiamenti determinati dal Sacco del 1529, poi dalle leggi granducali. In una lettera di santa Caterina de’ Ricci  inviata al fratello Vincenzo, la suora scriveva tra l’altro: “Questi lanaioli sono tutti falliti e non è da fidarsi di nessuno senza mallevadore buono”.

Il 10 ottobre del 1585 l’abate Guilliccioni indirizzava alla Granduchessa una supplica il cui esordio così recitava:

“ Li conservatori dell’arte della lana della povera Terra di Prato, con grande istantia, m’hanno fatto conoscere la povertà et miseria di quella Terra et come quella arte se ne va totalmente in rovina, atteso che non è lor lecito trasportare e’ panni da loro fabbricati, nel felicissimo stato del Serenissimo Granduca …”.

Una casa dei Guilliccioni  era situata in Piazza San Francesco in angolo con Via Baldo Magini.


- Ricerca storica di Alessandro Assirelli


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