Prato nel mondo

Nistri Marianna

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Prato.29 settembre 1843 + Prato 25 ottobre 1905.Sudiò presso le suore Salesiano del Collegio di Pistoia.Alla morte della madre si occupò dei fratelli.Divenne presidente dell'Associazione Donne di Carità a Prato. Aprì un ospedale per bambini malati facendo loro da madre e infermiera.Ne fu la direttrice fino alla sua morte.

IL CENTENARIO DI UNA BENEMERITA PRATESE (L'Avvenire D'Italia 7-2-1943)
Marianna Nistri
(1843-1905)
Nel prossimo settembre saranno cent'anni da che nacque, Marianna Nistri, la donna che ha un posto notevolissimo nella storia  della beneficenza pratese dei nostri tempi. Uscì  da una di quelle famiglie d'antico stampo dove la Fede cristiana era vissuta ed osservata con mirabile aderenza, dove l'educazione dei figlioli era curata fino nei  minimi  particolari secondo i precetti di Dio e della Chiesa. La  Marianna crebbe secondo gli esempi e gli insegnamenti dei  genitori. Ebbe un' istruzione quale  si richiedeva ad una fanciulla di casa benestante  qual'era la sua e sentì fino da bambina il desiderio di diventare suora salesiana per dedicarsi  all’educazione della  gioventù, all’assistenza dei poveri e degli ammalati. Ma la perdita  della mamma e poco dopo anche del  babbo, la chiamarono a far da madre ai piccoli fratelli. Allora, rassegnata,dovette rinunciare al suo proposito  e farsi la donna provvidenziale della sua casa. Meglio di me, con grande venerazione e abbondanza di particolari, ha disegnato la figura della Nistri il caro e venerato canonico Ceccatelli  in una biografia stampata nel 1935 “ Chi ebbe occasione di avvicinarla – egli scrive- di conoscerla, è costretto a dichiarare che questa donna era proprio destinata da Dio per essere esempio luminoso di fede, di abnegazione, di carità, di bene spirituale e materiale alle fanciulle e alle donne di qualunque condizione e, specialmente a quelle moderne che, per il loro egoismo, per la loro smodata ambizione, non comprendono e non praticano quella vera, santa, ed utile missione per mezzo della quale la donna diverrebbe l’angelo di consolazione e di felicità nella famiglia, nella società e nella patria”.La Nistri intese appieno questa missione e vi si dedicò con tutto il trasporto delle anime ardenti di sante azioni. Cresciuti i fratelli ella restò libera dalle cure familiari; libera di dedicarsi interamente alla preghiera ed alle opere di carità, tra le quali la carità intellettuale istruendosi nella letteratura ascetica, nella storia e nella filosofia per essere utile alla gioventù femminile, cui dedicò una Vita di Maria tradotta dal francese ; praticò l’assistenza agli infermi come attiva socia delle Dame di Carità, delle quali fu uno dei più validi sostegni; promosse la diffusione della società delle Figlie di Maria, di cui fu tanto benemerita. L’opera sua più duratura. Nell’assistenza delle bambine ammalate fu la fondazione di uno “spedalino”, avvenuta nel 1884. Ne aveva da tempo vagheggiata la istituzione, ne vedeva ogni giorno, nella quotidiana esperienza delle miserie e dei dolori umani, crescere ed ingigantire il bisogno. Trovò e comprò una casa in via Carbonaia, dove inaugurò il piccolo spedale. Tra i timidi, i dubbiosi, i contrari aveva vinto, dopo lunga meditazione, il cuore di Marianna infiammato di carità per i fanciulli. Ancora il canonico Ceccatelli scrive: “ Dopo quattro anni di questa inaugurazione dello Spedalino si pensò a cambiare casa, perché quella non era più bastante per l’aumento delle ricoverate e per richieste di ricovero. Vennero allora incoraggiamenti e maggiori aiuti, e qui mi piace ricordare i primi ed i più distinti benefattori: Mons. Giovanni Pierallini, Vescovo di Colle Val d’Elsa poi Arcivescovo di Siena; Mons.Leopoldo Franchi, Vescovo di Livorno; Mons.Baldassare Mazzoni, Vicario generale; Priore Livio Livio, Parroco dello Spirito Santo; Can. Flaviano Magni, Parroco di S.Agostino poi Vicario Generale, ed altre nobili persone. La benedizione di Dio si faceva manifesta sulla pia Casa ricompensando la fondatrice di tanti sacrifici. Lo Spedalino vive e fiorisce tuttora sotto il nome di Marianna Nistri. La memoria di questa donna di fede e di carità sia viva nel cuore dei poveri da essa tanto amati e beneficati da Cristo.

Fonti:L'Avvenire D'Italia 7-2-1943

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