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Vannucci Brandisio
Il tenore Brandisio Vannucci
Prato,29 novembre 1899+ Luino,10 settembre 1968.Tenore.
“ … ancora giovanissimo, si dilettò novello stornellatore, in serenate d’amore nei più dolci pleniluni primaverili e fu tra le fila della “Guido Monaco”, la guerra del 1915-18 lo porta, innanzi tempo, sul Montello, ove, per essere stato ferito ad una gamba, finisce la sua degenza nella villa reaie di Castello (Sesto Fiorentino) adibita ad ospedale militare. In un concerto dato per i ricoverati, il soldato Brandisio Vannucci non può esimersi dall’offrire anch’esso il suo contributo di cantante ciò che gli valse immediatamente simpatie e perentori consigli ad intraprendere la via dell’arte. Il giovane pratese studia canto alla scuola della professoressa di piano Menicucci di Firenze ed in breve tempo, facendo dei rapidissimi progressi accompagnati da una ferrea volontà di riuscire, eccolo pronto per le scene. Debutta al “Metastasio” di Prato in Bohème nel febbraio del 1925 ottenendo un lusinghiero successo poco dopo riconfermato in pieno al “ Duse” di Bologna nella Traviata. Tenore dalla voce limpida, di timbro leggero, duttilissimo, figura di bella presenza fisica e scenica, il Vannucci conquista in breve volger di tempo il favore del pubblico in molti teatri italiani in quel repertorio che va dal Rigoletto a Tosca, dall’Amico Fritz al Barbiere di Siviglia, dalla Manon di Massenet a Madama Butterfly, dal Pescatore di Perle a Mignon ed ha sempre a fianco artiste di notevole valore. Dall’Italia passa al Belgio, alla Germania, all’Austria, alla Francia, alla Spagna, al Portogallo, all’India, alla Nuova Zelanda, alle due Americhe, al Cairo e canta e anche lui si innamora più di una spettatrice, nelle vesti del Duca di Mantova, di Cavaradossi, di Pinkerton, di Rodolfo, di Fritz, di Turiddu, ecc. lasciando, da un successo all’altro, entusiasmi, ricordi, e molteplici forme di sentimenti.Al “Metastasio” e al Politeama Pratese,Brandisio Vannucci ritrova sempre quel pubblico che lo acclama e che lo risente volentieri con quell’applauso sincero e affettuoso che diversi anni prima era scaturito dal popolo allorché il giovane artista aveva diffuso, per la prima volta, sulla scena il suo amore per la tenera e appassionata Mimì. "
Fonti: Epoche e volti pratesi di Giuseppe Giagnoni. Prato Storia e Arte. N.6. Dicembre 1962. Anno III.Biblioteca Comunale:Istituto culturale e di documentazione Lazzerini