Prato nel mondo

Guasti Antonio

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Prato,27 ottobre 1863 + 19 giugno 1893. Dottore in lettere.

Scrive Amerigo Bresci:"Un giovane e illustre letterato pratese dell'Ottocento: Antonio Guasti,p.49 Archivio Storico Pratese.
Anno XIV,1936,II."

“…Antonio Guasti fu alunno del nostro”Cicognini” in uno di quei periodi d’oro, di cui si arricchisce e si adorna la storia della Scuola classica cicogniniana. Vi entrò come alunno della IV classe ginnasiale (aveva fatto le prime tre classi privatamente) ed ebbe insegnante quel tesoro di carità e di dottrina che fu il can. Onorato Bambini e fu compagno di scuola, in quella classe, di Gabriele D’annunzio. Promosso in quinta con pieni  voti ed encomio, conseguì la licenza ginnasiale senza esame. Nel liceo fu alunno di Gustavo Meniconi, di Carlo Corsi, di G.B. Galli, di Emilio Guarducci, di P.F. Alessandri, e riportò sempre alte medie con pieni voti ed encomio. Era in uso allora al “Cicognini” di accompagnare la pagella bimestrale, per i meritevoli di lode o di encomio, con un biglietto a fregi turchini per la lode, a fregi dorati per l’encomio. Conseguì la licenza liceale d’onore, e successivamente si iscrisse alla Facoltà di lettere nell’Istituto Superiore di Firenze, ove ebbe a maestri, fra gli altri, Augusto Conti, Alessandro D’Ancona, Girolamo Vitelli, il Comparetti. Dopo il primo biennio passò all’Università di Pisa, ove conseguì la laurea a pieni voti e lode.
Per consiglio dello zio, Cesare Guasti, che lo amava come un figliolo e che vedeva in lui il suo degno continuatore, frequentò in Roma un Corso speciale di archeologia, rivelando anche là una forte intelligenza, un appassionato amore per gli studi letterari e per le ricerche storiche. Talchè, tornato in Firenze, si dedicò alla paleografia, sotto la guida della zio Cesare e del Prof. Paoli dell’Istituto superiore di perfezionamento.
Appena venticinquenne vinse un concorso per professore nei licei del Regno, e fu destinato al Liceo di Catanzaro; ma un male inesorabile gli negò la consolazione di godere del premio guadagnatosi con le sue diuturne fatiche e del riconoscimento del suo ingegno eletto. Visse ancora cinque anni; e in questo tempo gli furono conforto i cari studi e la collina di Giolica che amava intensamente ed ove volle restare fino agli ultimi giorni di sua vita. Spirò serenamente, come visse, sorretto dalla grande fede religiosa che lo aveva sempre accompagnato nella sua vita, breve di anni ma intensa di lavoro e di bene, guardando per l’anima il cielo, e sognando pei suoi resti mortali la pace del cimitero di Filettole. Fu il 19 giugno del 1893; Antonio era nato il 27 Ottobre 1863…”

Fonti: Archivio storico pratese. Anno XIV,1936,II.

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