Prato nel mondo

Benini Giovacchino

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Prato, 23 febbraio 1799 + 15 dicembre 1866.Frequentò il Collegio Cicognini.All'Università di Pisa si laurea in legge.Avvocato, ma non esercitò la professione.Gestì le farmacie di famiglia.Scrittore. Padre di Ada e Ebe Benini.Nel 1830 è stato uno dei 60 soci fondatori della Cassa di risparmi e depositi di Prato.

GIOVACCHINO BENINI
Nato a Prato il 23 febbraio 1799, ebbe, come dice il Guasti (in Necrologia dell'avv.Giovacchino Benini di Prato, 1858. Estratto dall' "Archivio Storico Italiano") i maestri che davano i tempi.A dodici anni alle scuole comunali ricevette gli insegnamenti del Silvestri. Fece gli studi della geometria alla scuola del canonico Sacchi e di filosofia a quella del Giardini. Nel 1819 si laureò in giurisprudenza all'Università di Pisa, per quanto fin da ragazzo fosse attratto dalla medicina. A Firenze, dove faceva pratica del suo dottorato, conobbe il Vieusseux, il Mayer e il Salvagnoli, e molti di quegli studiosi che a Firenze incontravano il Vieusseux, frequenteranno a Prato il suo salotto.
Figura di primo piano nella nascita dell'industria della stamperia in Prato, fu col canonico. Baldanzi sostenitore e collaboratore dell'azienda tipografica Fratelli Giachetti per la quale tradusse importanti opere dal francese e dal tedesco. Fu tra i fondatori della tipografia Aldina, della quale divenne comproprietario.
Amante del bello e della sua città, fu cultore della storia patria.Nel Calendario Pratese sono pubblicati sei suoi lavori.
Quando gli Accademici decisero la costruzione del nuovo teatro,il Benini fu tra i più convinti sostenitori.E quando Gaetano Magnolfi apri un asilo all'infanzia e una casa agli orfani, il Benini gli fu vicino insieme al Baldanzi con preziosi consigli e suggerimenti.Quando il Tipaldo attendeva alla Biografia degli Illustri Italiani del secolo XVIII curò la biografia di Giovacchino Carradori -uomo di notevole acume scientifico-oltre che alcuni appunti biografici su Francesco Pacchiani. Curò l'elaborazione dell'annuario statistico del Comune di Prato che, pubblicata nel 1838, inviava al Bowring con ciò facendosi apprezzare quale annotatore dei fatti e degli avvenimenti inerenti la popolazione crescente e decrescente, i commerci e le manifatture floride o incagliate relativamente al territorio.
Pur non prendendo mai parte attiva nella politica, fu un liberale.Suo il "Programma elettorale del 1848" e sue, in gran parte,sono le Avvertenze sulla legge elettorale toscana come pure le Istruzioni per il deputato pratese. La sua libertà, scrive il Guasti, non era né un balocco né doveva essere adoperata come flagello. Forse per questo, dice ancora il Guasti, non ebbe ifavori delle anticamere, né i suffragi della piazza.
Al Caffè dei Liberali, detto Caffè Polacco perché li si riunivano i liberali per commentare gli avvenimenti della rivoluzione in Polonia, il Benini s'incontrava col Bastogi, l'Angiolini, il Franceschini e gli amici della Società Liberale, quando per la città, sfuggendo ai sequestri della polizia, circolavano gli scritti di Mazzini (cfr.: C.CECCUTI, Prato nel Risorgimento e nell'Italia unita. In "Storia di Prato", III, Cassa di Risparmi e Depositi di Prato, 1980).
Fu presidente attento del Monte di Pietà. Donò i suoi libri alla città che li conserva ora nella Biblioteca Roncioniana. Di lui non può tacersi di avere costituito e alimentato con la sua cultura il suo salotto di via Vescovado (ora Muzzi) che non era da meno di quelli politico-letterari della capitale del granducato. La sventura ...lo ritenne nelle regioni serene della cristiana sapienza, dove a pie' del dubbio rampolla il vero, e l'ombre dan risalto alla luce. (C.GUASTI, Necrologia cit.).

Fonti: Giampiero Guarducci. Carità, Speranza Sociale.L'influenza di Ozanam nella cultura dell'800. Riflessi pratesi. Introduzione di Cosimo Ceccuti. Società San Vincenzo Dei Paoli. Prato 1998.pp 161

Vedi anche la schedahttp://www.comune.prato.it/storiastrade/

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