Prato nel mondo

Della Rena Orazio

PDFStampaE-mail


Prato,1564+Colle Val d'Elsa 12 agosto 1630.Laureato in giurisprudenza a Pisa.
Entrò nella segreteria del granduca Ferdinandio I.Segretario dell'ambasciatore Raffaello Medici a Ferrara.

Della Rena,Orazio (dell'Arena,Rena)
(Prato 1564 — Colle Val d'Elsa 1630)
Nasce a Prato il 30 marzo 1564 da Fulvio, originario di Colle Val d'Elsa e Aspasia, primogenita dell'umanista Aonio  Paleario.
I Della Rena giunsero a Prato nel 1560, ottenendo la cittadinanza il 12 dicembre. Il nonno Giuliano esercitava la professione medica, assistito dal figlio Fulvio, che strinse amicizia con Caterina de' Ricci.
Orazio si laureò in giurisprudenza a Pisa, quindi entrò nella segreteria del granduca Ferdinando I, grazie al primo segretario Pietro Usimbardi. Dal 17 gennaio 1589 fu segretario dell'ambasciatore Raffaello Medici a Ferrara, come dimostra la sua Relazione dello Stato di Ferrara (edita da G. Agnelli, «Atti della Deputazione ferrarese di storia patria», 8 [1896],pp.245-321). Supplì alle assenze di Raffaello, quale reggente ad interim, arginando i tumulti di Alfonso Piccolomini duca di Montemarciano. Nel 1590 il granduca lo inviò segretario presso la corte spagnola, dove l'ambasciatore Francesco Lenzoni, tentava di scongiurare le nozze di Pietro Medici con la portoghese Beatrice Meneses.Nel 1593,il sostituto di Lenzoni, Francesco Guicciardini, lo inviò a Leira, in Portogallo per omaggiare la sposa di don Pietro: il felice esito è testimoniato in due relazioni, conservate all'Archivio di Stato di Firenze. Dal 1594 al 1599,fronteggiò con Guicciardini l'ostilità spagnola, per le nozze tra Maria Medici ed Enrico IV.
Indebitato, anche con Guicciardini,chiese il rientro in patria: la granduchessa Cristina di Lorena mitigò il rifiuto con un donativo di duecento scudi. Trascorse gli anni 1599-1601 al seguito della corte, incrementando i problemi economici:nel luglio 1601,solo Guicciardini scongiurò la reclusione per debiti.
In questa fase si avvicina alla letteratura. Nel 1594 compone una Relazione dell'oro e argento che portò la flotta dal Perù a Nuova Spagna, conservata manoscritta in un codice Magliabechiano (XXIV),cod.53, n.221) presso la Biblioteca nazionale di Firenze: una raccolta di dati e testimonianze dirette, con divagazioni fantasiose. Nel 1600 termina l'epidittico Compendio della vita di Filippo Secondo Re di Spagna, conservato presso la Biblioteca nazionale di Parigi (Mss.Ital., 446). Due anni dopo conclude una Relazione sulla Monarchia spagnuola, perduta. La vivace prosa delle Relazioni piacque soprattutto a Cristina di Lorena, che commissionò un disperso Ritratto del re Filippo III e della regina Margherita sua moglie e una Descrizione della America o vero Indie Occidentali, terminata nel 1604 e oggi conservata alla Biblioteca nazionale di Firenze (Magliabechinao, XXIV,cod.53, n.20).il 1602, differì il ritorno in Italia, a causa della scomparsa di Guicciardini. Il sostituto, monsignor Cosimo Concini, richiese i suoi servigi per le trattative con Pietro  Medici, che dal novembre 1603, morto l'ambasciatore, condurrà in prima persona. A Firenze nel 1607, entrò a servizio della granduchessa, ma fu inviato a Roma, come ambasciatore residente reggente, per sostituire Giovanni Niccolini. Rimase in curia sino al marzo 1611,quando divenne segretario per Affari di Siena. I senesi apprezzarono il suo operato, concedendo nel 1622 cittadinanza onoraria. Cosimo II gli affidò l'Ufficio delle possessioni, nominandolo segretario della moglie, Maria Maddalena d'Austria. Nel 1613 sposò la nobile fiorentina Margherita Quaratesi,da cui ebbe Cosimo e Ferdinando. Per i servigi prestati ottenne nel 1614 la cittadinanza fiorentina, negata agli antenati per la fede ghibellina. In seguito ricoprì numerose cariche: nel 1615, tra i Dodici buouomini; nel 1616, tra i conservatori dell'Archivio; nel 1615, capitano di parte guelfa; dal 1621 siederà fra i Duecento; nel 1622, entrò tra i Nove conservatori del dominio; nel 1624, fu procuratore di palazzo; nel 1629 fu, di nuovo, fra i conservatori dell'Archivio. La stabilità incoraggiò gli studi, concretizzati nel 162O con la manoscritta Prosapia del Salvatore del genere umano et di tutti i re et maggior principi del mondo.
Opera genealogica che attesta frequentazioni classiche, bibliche e documentarie. La Istoria degli scrittori fiorentini di G. Negri (Ferrara 1722) gli attribuisce anche biografie e versi, oggi perduti: Vita di Ferdinando granduca di Toscana; Serie breve de' vescovi ed arcivescovi della Chiesa fiorentina dal 313 al 1574; Discorso sopra l'occorrenza de' signori veneziani l'anno 1607; Rappresentazione sagra in versi sciolti della vita del beato Pietro Belfredelli; Rappresentazione in versi sciolti della vita di S. Galgano.
Morì il 12 agosto 1630, nella sua villa di Galognano presso Colle Val d'Elsa. Fu tumulato nella fiorentina San Francesco al Monte. La famiglia Della Rena si estinse nel XVIII secolo.

Fonti: La cultura letteraria a Prato dal Medioevo all’Ottocento. Dizionario. A cura di Giovanni Pestelli. Piano B Edizioni.2011.pp.142-143

joomla template

Copyright © Centro Ricerche Prato. Tutti i diritti riservati.

Per informazioni scrivere a info@crprato.it

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalita illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di piu o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti ad un utilizzo dei cookie.
Per saperne di più sui cookie che utilizziamo e come eliminarli, premi su privacy policy.

Se accetti i cookie chiudi questo popup.