Prato nel mondo

Piccardi Francesco

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Mons.Can.Francesco Piccardi
Prato,26 ottobre 1882 + Prato 18 febbraio 1946. Rettore del Seminario Vescovile,Cancelliere della Curia.

Nella tarda sera del 18 febbraio 1946 si spengeva piamente, dopo un anno di penosa e grave infermità sopportata con ammirevole fortezza cristiana, Mons. Can. Francesco Piccardi Rettore del Seminario Vescovile Cancelliere della Curia fulgida gemma ed onore del clero pratese, sacerdote dal vero spirito di Dio, benemerito della carità e della cultura, modello nell'adempimento degli uffici che sostenne con competenza e con disinteressato ed amorevole zelo.
Nacque a Prato il 26 ottobre 1882. Entrò giovanissimo nel nostro Seminario e fu sempre " longe primus" nella pietà, negli studi, in tutto.
Venne consacrato sacerdote il 1° aprile 1906 e destinato come coadiutore nella parrocchia di S. Maria della Pietà e chiamato ad insegnare nel Seminario, prima al ginnasio, poi nel Iiceo per Ia storia e Ia Ietteratura. Per un triennio fu anche vice rettore del medesimo lstituto.
Nel 1914 fu nominato Cappellano corale della Cattedrale e il 22 maggio 1917 Cancelliere Vescovile. La guerra interruppe l'attività di Don Francesco chiamandolo in un campo impensato a svolgere il suo ministero di sacerdote: dal luglio 1916 al 1919 fu soldato di Sanità, prestando servizio in un ospedaletto presso il fronte di battaglia e poi nell'Ospedale militare di Padova.
Appena smobilitato tornò semplicemente ai suoi uffici.
Nell'ottobre 1927 fu nominato Canonico della Cattedrale e nel novembre successivo fu eletto Rettore del Seminario. Dal 1923 era Assistente Ecclesiastico del Circolo di cultura “ Giuseppe Toniolo ".
Fu poi Assistente diocesano della Gioventù maschile di Azione Cattolica e della Società di S. Vincenzo de' Paoli.
Dal 1929 al 1932 insegnò religione nelle Scuole Complementari del “Cicognini " e del Conservatorio di S. Niccolò nel 1933.
Rimasto vacante nel gennaio 1944 il posto di bibliotecario della Roncioniana e della Lazzariniana, il Consiglio dei Seniori dell'Eredità Roncioni Io eleggeva il 10 aprile 1944 come il più degno a continuare Ia illustre serie dei Canonici Bibliotecari; e ne era ben degno ed avrebbe proseguito la tradizione memorabile di un Baldanzi, di un Limberti, di un Pelagatti. Pure il Consiglio della Società Pratese di Storia Patria lo chiamava nell'aprile 1945 a far parte di esso e della redazione dell'Archivio Storico Pratese in riconoscimento dei suoi onorevoli titoli di cultore delle memorie storiche pratesi.
Con umiltà Mons. Piccardi accettò gli onori mai cercati o desiderati, con obbedienza prese gli incarichi che i superiori gli affidavano, con sacrificio diede tutto sé stesso al buon esito delle sue mansioni.
Perciò fù giusta ricompensa la nomina a Cameriere segreto di Sua Santità che gli venne il 21 ottobre 1930 e meritato premio l'investitura all'Arcidiaconato del Capitolo del 15 maggio 1937.
Stupenda figura di sacerdote, preoccupato solo di ricalcare la persona di Gesù, visse da asceta, francescanamente e semplicemente.
Fino dai giovani anni si era innamorato del Servo di Dio Cesare Guasti, studioso e scrittore. La meditazione degli scritti del grande concittadino tramutò quell'affetto in consapevole venerazione.
Varii e tutti notevoli i suoi scritti su quell'uomo sapiente e santo, fondati sulla conoscenza ponderata e diretta dalle memorie più nascoste.
Vigoroso intelletto umanistico, finissimo esteta, usò Ia sua penna sapiente e brillante in difesa della verità e della giustizia.
Giustamente fu chiamato maestro di giornalismo: ne ebbe le doti migliori come scrittore e pensatore, Intese e divulgò la missione formatrice della stampa, curò con gli scritti e la parola l'educazione dei giornalisti ai principi eterni del vero e dell'onesto.
Mite ed umile di cuore, Mons. Piccardi, quando occorse, fu forte e fermo nella difesa dei principi cristiani. Nell'angoscia delle giornate del 1931,quando la mano pesante della dittatura si fece sentire e venivano sequestrate le bandiere e chiusi i circoli e perseguitati i giovani egli, senza paura, fece sentire Ia sua parola di protesta in difesa dei suoi giovani.
La sua personalità fu sempre ispirata ad un amplissimo rispetto degli altri, ad uno spirito di autentica carità, a grande signorilità.
Da questa piattaforma di valori umani si stagliava la sua personalità cristiana e sacerdotale: illibatezza di costumi, freschezza del suo esempio, profumo delle sue virtù, spirito di tenerezza per la Madre di Dio.
Luminosa figura quella dell'ottimo Don Francesco, fecondissimo di attività, di parola e di scritti quasi a catena lungo il corso della sua vita di sacerdote, di maestro, di educatore e d'uomo d'azione.
La diocesi di Prato gli era debitrice per una dedizione costante e amorosa.

Fonti:Preti pratesi tornati al Padre. Can. Antonio Frati.Stabilimento grafico Emilio Rindi.Prato-Novembre 1975.

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