Prato nel mondo

Francesco da Prato

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Francesco da Prato – Prato 1330+1345 Domenicano. Maestro conventuale di logica e filosofia.

Francesco da Prato (sec.XIV)
Franciscus domine Albensis de Prato, nasce a Prato o in uno dei paesi appartenenti alla Predicatio pratese nell’ultimo quarto del XIII secolo. L’uso del matronimico (di donna Albanese), di contro all’abituale patronimico,era raro in ambito laico, ma comunque in ambienti ecclesiastici, soprattutto conventuali. Due le possibili interpretazioni: un riferimento alla vedovanza materna, che lo lasciò orfano giovanissimo o l’indicazione di un padre ignoto, ipotesi accolta dagli studiosi odierni. Tra il 1310 e il 1315 entra nell’Ordine domenicano, ma siamo al 1330 non disponiamo di notizie: forse, dopo gli studi nella schola conventuale pratese, intraprende il noviziato negli Studia della provincia romana, studiando logica e teologia. Nel biennio 1330-1331 il Capitolo provinciale fiorentino lo nomina baccelliere presso lo Studium di San Domenico in Perugia, quando il lector, titolare della cattedra, è Lottiero degli Ubaldini. Il 14 settembre 1330 il Capitolo di Orvieto, lo designa baccelliere in logica,del convento di Santa Maria sopra Minerva a Roma. L’anno successivo il Capitolo romano lo promuove lettore di filosofia in Santa Caterina a Pisa, inviandolo, in qualità di studente allo studio generale di Parigi.
Nel 1138, terminata la parentesi parigina, il Capitolo pratese, lo designa lettore principale di San Domenico a Siena. Due anni più tardi, il Capitolo di Pisa Io invia, lettore straordinario allo studio generale fiorentino di Santa Maria Novella, dove incontra il futuro collaboratore Stefano da Rieti.
Dal febbraio del 1341 al maggio del 1343 è priore di Santa Maria Novella, anno in cui riceve dal Capitolo senese il mandato di lettore generale di San Domenico in Perugia. Con il titolo di lectorem perusinum, ottiene la carica di predicatore generale dal Capitolo eugubino. L’8 settembre del 1344, il Capitolo orvietano lo conferma lettore principale per Perugia. Scompare dalle carte dell'Ordine dopo il 1145, probabile data di morte. La sua dottrina appare strettamente congiunta al sistema scolastico interno all'Ordine e ai capitoli provinciali, mentre la cospicua produzione denota caratteri tipici della logica e della teologia coeva. Anteriori al 1340, il De suppositionibus terminorum e un De letione reduplicativa, oltre ad alcune Quaestiones disputatae. Databili dopo il 1340 il De ente rationis, il De primis
et secundis intentionibus e il De universalibus. Risalgono a questa fase anche il De voce Univoca, forse il De sex tascententibus e un Liber de Intensionibus. Composta nel biennio 1344-1345. La Logica, di cui sopravvivono solo cinque trattati della prima parte. Molte le opere perdute: il De dictione duplicativa e un De dictionibus distributivis, il De toto integrali. De connnexione accidentis cum substantia; De predicazione rei de re, infine un De veritate et falsitate. Grazie alla Logica e al trattato De universalibus, possiamo ricostruire la temperie storico-filosofica degli studi logici nella provincia romana domenicana del secolo XV. Francesco da Prato, rappresenta una delle prime testimonianze italiane della ricezione e della reazione tomista alla logica di Guglielmo di Ockham.
 
Fonti: Gruppo Bibliofili Pratesi "Aldo Petri " La cultura letteraria a Prato dal Medioevo all'Ottocento. Dizionario. A cura di Giovanni Pestelli. Piano B Edizioni. 2011.pp.169-170

 

 

 

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