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La cementizia Marchino
Articolo tratto da La Nazione del 17.10.1984
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La Cementizia Marchino fu costruita nel 1926 su progetto dell’Ing. Leone Poggi, per la produzione di calce, gesso, laterizi e cemento.Di proprietà della società Marchino & C. Casale Monferrato (TO)
Nel 1930 fu aggiunto un forno rotante, contraddistinto da una grande ciminiera circolare.
Durante la ritirata delle truppe tedesche l’impianto subì enormi danni e nel 1956 fu completamente chiusa.
L'imponente struttura, con le sue alte ciminiere, è visibile da tutta la piana di Prato.
Il sig. R.G. che ha lavorato nello stabilimento racconta:
“..Avevamo una funicolare con sei carrelli, tre andavano su e tre andavano giù, avevano il pieno e il vuoto.
I carrelli pieni erano di 10 quintali l’uno. C’era una passerella e da li si scaricava.
I forni bruciavano in continuazione, erano sempre accesi.Ci buttavamo uno strato di pietra e di carbone e sotto c’era il fuoco.
La pietra diventava rossa. Questa pietra bruciava e c’erano dei grossi paletti di ferro tipo delle gratelle, quando si vedeva che era ben cotto si buttava nella camera di sotto. Sotto c’erano 4/5 strati, nel fondo si posava.
Quando il composto era fatto, lo buttavamo giù in una “chipa” un capannone.
Con la sistola spruzzavano dell’acqua sopra al materiale che evaporava,poi si entrava con delle scarpe apposta e con delle pinze si separava la calce dal cemento.
Quello era cemento già fatto e lo buttavamo nel deposito. Il cemento era di tre tipi 900,7,30 e 3,25.
I turni di lavoro erano tre, dalle 6 alle 2, dalle 2 alle 10 e dalle 10 alle 6 sempre con circa 120 aperai.
Quassù c’erano almeno quattro gallerie. Alcune erano lunghe anche un chilometro.
Le ingrandivano che ci si poteva entrare con il vagone con il carrello e le rotaie, e si proseguiva. Quando si arriva alla fine del banco,si sfondava e si tornava indietro.Si chiamava sfruttamento.
Durante la guerra le gallerie sono state utilizzate come rifugi,dentro c’era di tutto, avevano l’acqua e anche gli animali.”
Prima
Inizio del restauro
L'imponente struttura della cementizia
Fonti: La Nazione 1 Aprile 2004
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